Difendiamo l’ambiente!

Monica Baldi

Alcuni anni fa si usava un modo di dire, soprattutto nel gergo colloquiale “Non ci sono più le mezze stagioni!”. Una frase che oggi sembra di nuovo attuale. All’epoca questa frase aveva una connotazione più legata a fatti e avvenimenti quotidiani ed era molto meno utilizzata per le questioni meteorologiche. Sono passati mesi, anni e giorni, ma sinceramente la questione dei cambiamenti climatici è sempre più forte e merita un rinnovato interesse da parte delle istituzioni europee ed italiane. Del resto le stagioni, soprattutto la primavera, l’estate e l’autunno non sembrano più fare eccezione a questa regola. Ma se facciamo una riflessione più approfondita direi che anche l’inverno, soprattutto alle nostre latitudini, è profondamente cambiato. Spesso il freddo non è una costante e le piogge sono sempre meno intense. Tutto questo ha grosse ripercussioni su molti settori economici, ovviamente in particolar modo su ambiente e agricoltura.

Chi mi conosce sa che l’ambiente rappresenta, da sempre, una delle mie battaglie storiche, uno dei nodi centrali del mio impegno in politica. È stato così nella prima mia esperienza al Parlamento Europeo, e, altresì, nel Parlamento Italiano. Oggi sono candidata alle prossime elezioni europee del 26 maggio 2019 con Fratelli D’Italia, e, ho deciso di accettare questa candidatura e di mettere a disposizione la mia esperienza specie in campo ambientale, con l’obiettivo di cooperare affinché l’Italia torni a svolgere quel ruolo da protagonista che merita.

L’Unione Europea è pioniera nella lotta contro il cambiamento climatico. Durante il mio mandato al Parlamento Europeo ho presieduto il gruppo di lavoro, creato ad hoc, sui cambiamenti climatici nell’Assemblea Africa, Caraibi, Pacifico e l’Unione Europea. Sono stati due anni d’intenso lavoro finalizzati a esaminare e valutare gli effetti e le implicazioni socioeconomiche dei cambiamenti del clima e dell’innalzamento del livello del mare sui piccoli Stati insulari, le proposte di strategie, anche pratiche, per accrescere la consapevolezza, a livello internazionale, dei pericoli insiti di tali cambiamenti specie analizzando le catastrofi naturali. E infine nel 1999 realizzammo una proposta di risoluzione, approvata all’unanimità dall’Assemblea paritetica a Lomé sulla cooperazione tra ACP e UE in materia di cambiamento climatico.

Purtroppo vent’anni fa le tematiche ambientali non avevano la risonanza sui media come stanno avvenendo oggi. Sono certa che quanto già evidenziato nel passato possa essere ripreso con determinazione, anche perché non è stato fatto molto. Ancora oggi si passa dal grande caldo al freddo intenso e dalle piogge violente alla siccità. Non ci sono più le mezze stagioni: in primavera e in autunno si alternano temperature molto alte, come fosse luglio e temperature molto basse, come fosse gennaio. I venti sono forti e talvolta devastanti. Allora il grido di allarme fu lanciato in primis dalle isole a New York, o meglio, dal Presidente delle Maldive, a nome delle migliaia di isole dell’Oceano Indiano e Pacifico, al fine di definire gli obiettivi e le azioni vincolanti per la riduzione dei gas serra. Allora secondo la FAO, l’Organizzazione degli Stati Uniti per l’alimentazione, le conseguenze di El Niño sarebbero state preoccupanti per cereali, tapioca, semi oleosi, caffè, zucchero, banane, frutti tropicali, agrumi, uve e prodotti orticoli e le ripercussioni avrebbero fatto ritardare la semina della piantina di riso.

 

L’ambiente è il territorio in cui viviamo. Territorio inteso come rapporto tra l’ambiente, l’agricoltura e la salute del cittadino. C’è tutto un capitolo che sfugge per il momento al campo di applicazione del diritto europeo, perché si tratta di tematiche di competenza nazionale, come quello sulla pianificazione territoriale, che dovrebbe tener conto della tutela ambientale e non soltanto quando si realizzano grandi opere che sono già soggette alle disposizioni di valutazione ambientale strategica. Il tema è anche connesso all’attuazione dei piani urbanistici. Ritengo, altresì, che le energie rinnovabili siano di grande utilità per la sicurezza energetica, la mitigazione dei cambiamenti climatici e i benefici economici ma sarà necessario promuovere una campagna di sensibilizzazione all’uso corretto energetico coinvolgendo principalmente i giovani.

 

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