Diplomazia Culturale determinante per la politica estera dell’Unione Europea

Monica Baldi

L’Unione Europea deve avere una reale politica estera e di sicurezza comune che sia incisiva e che possa portare avanti i valori e i principi dell’UE. Uno strumento importante è certamente la DIPLOMAZIA CULTURALE che può intervenire nello sviluppo e nell’attuazione di programmi di cooperazione internazionale. La diplomazia culturale come strumento di dialogo per unire i popoli attraverso l’arte e il patrimonio culturale. Cultura e politica procedono nella stessa missione di avvicinare i popoli. Per rafforzare la cooperazione multilaterale è necessario promuovere pace e sicurezza globale, prosperità, sviluppo sostenibile e diritti umani. Fra le priorità è importante indicare misure appropriate per la salvaguardia del patrimonio culturale al fine di proteggere la diversità culturale e i simboli storici, emblemi delle differenti identità, che vengono barbaramente distrutti in aree di crisi. L’intendimento è quello di promuovere e includere misure efficaci per la protezione del patrimonio culturale ostacolando il traffico di antichità nel mandato di mantenimento della pace. E l’Italia è da tempo impegnata, unitamente all’Unesco con la Task Force dei Carabinieri Unite4Heritage denominati i “Caschi Blu della Cultura”, ad attività di tutela del patrimonio artistico in zone difficili. Considerando che l’Unite4Heritage è l’iniziativa, creata nel 2015 dall’Unesco, per sensibilizzare gli Stati membri dell’Organizzazione a valorizzare e tutelare il patrimonio culturale, proteggendolo dai danni in zone di guerra, e per educare i giovani di tutto il mondo a preservare la cultura come strumento di integrazione, crescita e sviluppo sostenibile. Il recupero e la salvaguardia del patrimonio culturale, quale testimone della propria storia, civiltà, cultura, identità e tradizione, può essere uno dei terreni più fertili e innovativi, e, i beni culturali se ben conservati e valorizzati possono essere un’importante risorsa economica e sociale oltre che fondamento per la democrazia. Ritengo che si possa fare molto per prevenire e risolvere i conflitti, se si conoscono storia e cultura delle aree di crisi, però, è fondamentale lavorare in cooperazione fra mondo politico, culturale, universitario, militare e civile.
È importante ricordare che parte integrante della politica estera e di sicurezza comune dell’Unione (PESC) è la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) contemplata nel trattato sull’Unione europea che stabilisce il quadro per le strutture politiche e militari dell’UE e per le missioni militari e civili e le operazioni all’estero. La PSDC ha subito recentemente importanti modifiche strategiche e operative per soddisfare le sfide in materia di sicurezza e la domanda diffusa di maggiori risposte da parte dell’UE.

In linea con l’Agenda 2030 adottata che riconosce la cittadinanza globale, la diversità culturale e il dialogo interculturale come principi orizzontali dello sviluppo sostenibile e della politica europea di vicinato e dei negoziati di allargamento, la cultura può svolgere un ruolo importante nella politica estera dell’UE. La cooperazione culturale contrasta gli stereotipi e i pregiudizi mediante il dialogo, l’apertura mentale, la dignità e il rispetto reciproco. Il dialogo interculturale può contribuire a evitare i conflitti e a promuovere la riconciliazione all’interno dei paesi e tra di essi. La cultura può contribuire a far fronte a sfide globali come l’integrazione dei rifugiati, la lotta alla radicalizzazione violenta e la tutela del patrimonio culturale mondiale. La cultura può essere anche uno strumento per produrre importanti benefici sociali ed economici all’interno e all’esterno dell’UE.
È necessario proporre un nuovo quadro strategico per approfondire e rendere più efficaci le relazioni culturali internazionali, nonché un nuovo modello di cooperazione con gli Stati membri, gli istituti nazionali di cultura, gli operatori pubblici e privati nell’UE e nei suoi paesi partner, creando opportunità, sinergie e ottimizzando i vantaggi socioeconomici.
La cultura diventa sempre di più un volano di crescita economica, non solo nelle sue forme tradizionali, ma soprattutto grazie alle industrie culturali e creative, alle PMI e al turismo. Ciò rafforza l’opinione che le sinergie con altri settori sono essenziali e che il settore pubblico, il settore privato e la società civile dovrebbero essere sempre più coinvolti.
Ma non va dimenticato che la cultura svolge un ruolo importante anche a livello locale. Per questo coinvolgere allo stesso modo cittadini, soggetti statali e operatori culturali rappresenta una grande opportunità per rafforzare i comuni e le municipalità e per sviluppare nuove concrete opportunità di mercato.

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