Certezza delle pena per chi commette reati contro le donne

Monica Baldi

Il problema della violenza sulle donne è una questione annosa, ma anche di strettissima attualità. Una ferita aperta e dolorosa su cui dobbiamo intervenire con decisione, anche attraverso nuovi strumenti a livello europeo considerando che la violenza viene distribuita tristemente in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Servono strumenti forti e risolutivi, è necessario garantire la certezza della pena. Occorre fare un salto di qualità su tutti i fronti e innanzitutto a livello culturale.

Durante la mia esperienza politica e come cittadina mi sono sempre battuta contro la violenza sulle donne. E questo è anche uno dei temi forti del mio impegno come candidato alle prossime elezioni del Parlamento Europe con Fratelli d’Italia del prossimo 26 maggio.

La violenza contro le donne si presenta sotto mille aspetti. Il fatto è che comportamenti lesivi e abusanti maturano quasi sempre in contesti relazionali affettivi, familiari e/o di coppia, Ed esiste una estrema difficoltà nel farli emergere, sia per i legami esistenti tra carnefice e vittima, sia perché considerati attinenti alla sfera privata dei rapporti. Mi riferisco anche ai reati di stalking, che spesso sfociano poi in violenza fisica. Chi si macchia di questi reati deve finire in carcere e non deve poter accedere a condoni e ad eventuali sconti di pena.

Questo fenomeno non può essere trattato e analizzato esclusivamente come un semplice “reato contro la persona” visto e considerato che affonda le radici in una subcultura intrinseca di tantissimi pregiudizi. Pregiudizi troppo spesso diffusi e anche sull’errata convinzione che la donna debba sempre e comunque occupare un ruolo subalterno, sia nel lavoro, sia all’interno del nucleo famigliare. La matrice del fenomeno è soprattutto culturale.

Un retaggio decisamente “malato”, un germe così tanto radicato in alcune persone, che è spesso difficile da superare, sia per gli uomini, ma anche per le stesse donne. Denunciare il proprio compagno o il proprio marito, soprattutto quando ci sono dei figli, non è una cosa né scontata, né banale. Trovare il coraggio per farlo è possibile, ma anche le istituzioni devono svolgere un ruolo fondamentale. Le donne devono essere supportate e accompagnate durante tutto questo percorso e soprattutto vanno individuati strumenti affinché una donna non debba sentirsi mai sola.

Alcuni numeri sono davvero sconcertanti. Un’indagine fatta a livello europeo dall’European Union Agency for Fundamental Rights ha mostrato come 13 milioni di donne che vivono nell’Unione Europa abbiamo subito delle violenze. Una cifra elevata perché pari soltanto al 7% delle donne intervistate del campione, comprese tra 18 e 74 anni, considerando che molte non hanno il coraggio di denunciare l’abuso. Preoccupante è anche un altro dato. Ben 12% delle donne afferma di aver subito una forma di abuso o di atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni, percentuale che corrisponde a oltre 21 milioni di donne.

Emergono, al tempo stesso, anche grandi differenze tra i singoli Stati membri. Le diversità tra i paesi possono riflettere, oltra a differenze reali nei tassi di vittimizzazione, una serie di altri fattori. Ad esempio se sia o meno culturalmente accettabile rivelare ad altre persone, inclusi gli intervistatori coinvolti nelle indagini, esperienze di violenza contro le donne e la possibilità che una maggiore parità di genere in un certo paese possa portare a livelli più elevati di rivelazione della violenza contro le donne, perché è più probabile che in una società con migliori condizioni di parità gli abusi vengano affrontati apertamente.

Per di più le violenze sono così inaudite che assomigliano quasi ad una rivalsa nei confronti delle donne che cercano l’emancipazione. Queste donne vanno aiutate ex ante, e non dopo che la violenza si è verificata: un modo che abbiamo per farlo è l’educazione, il rispetto e l’istruzione. Il rispetto verso le donne oggi sembra non esistere. Tutto questo è inconcepibile e sintomo di una necessaria azione educativa. Ritengo che si debba garantire la certezza della pena per chi commette le violenze. Chi si macchia di questi reati deve finire in carcere e non deve poter accedere a condoni e a sconti di pena.

Diplomazia Culturale - Monica Baldi
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