Una nuova Confederazione Europea

Monica Baldi

Rilanciare il ruolo dell’Italia nell’Unione Europea. Uno dei motivi per cui ho deciso di accettare la candidatura in Fratelli d’Italia alle elezioni europee del 26 maggio è proprio quello di dare un contributo, dal lato della mia esperienza, per far sì che il nostro paese possa tornare a svolgere un ruolo chiave e determinante. La storia, del resto, non mente e non può mentire. L’Italia è sempre stata uno dei pilastri dell’Unione Europea, fin dall’epoca della fondazione, da quando l’idea dell’Unione sembrava qualcosa di utopistico e irrealizzabile.

Il nostro paese, del resto, è stato in prima fila e protagonista dagli anni Cinquanta, con la nascita e la creazione della CECA, la Comunità Economia del Carbone e dell’Acciaio con la firma dei Trattati di Parigi del 1951. Vale sicuramente la pena di ricordare che la CECA nacque su iniziativa dei politici francesi Jean Monnet e Robert Schuman (cosiddetta dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950), con lo scopo di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime in un’Europa ed era formata da sei paesi quali: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Lussemburgo, Olanda e la nostra Italia. Certo che i nostri politici furono lungimiranti, visto che le nostre risorse minerarie non erano paragonabili a quelle di Francia e Germania, ma quello spazio economico comune poteva rappresentare un’occasione storica per dare uno slancio alla nostra economia. Quell’inizio permise, infatti, di gettare le basi per la creazione del primo spazio economico comune, la Comunità Economica Europea (CEE), nata con i Trattati firmati a Roma nel Marzo del 1957, di cui abbiamo da poco festeggiato i sessant’anni, e che prenderà l’attuale denominazione, Unione Europea, con il trattato di Maastricht del 1992.

Riaffermare il ruolo dell’Italia in Europa è importante, così come recuperare quello spirito comune. Sicuramente il ruolo dell’Unione Europa va rafforzato, ma anche rivisto. Si è parlato molto del modello degli Stati Uniti D’America. Lo dico con molta chiarezza. L’Europa e gli Stati Membri non sono gli Stati Uniti d’America. Abbiamo una nostra storia, una nostra identità, una nostra cultura e peculiarità diverse. Il termine “Stati Uniti d’Europa” (États-Unis d’Europe) fu usato da Victor Hugo durante il suo discorso al congresso della pace tenuto a Parigi nel 1849 e, altresì, nella dichiarazione Schuman del 1950 viene sottolineato che le nazioni europee dovranno riunirsi in una federazione europea.

Non credo proprio che sia corretto parlare di modello Stati Uniti per l’Unione Europea ma di “UNIONE FEDERALIZZANTE” poiché ha una dimensione federale e una dimensione intergovernativa. Per esempio l’unione monetaria è unione federale mentre la politica estera e sicurezza comune, come altre politiche e le riforme dei trattati che richiedono l’unanimità, sono intergovernative. È necessario per alcuni importanti capitoli dell’UE incentivare, coltivare e supportare il modello federalista già esistente, per renderlo ancora più forte. L’euro, seppur con molti difetti, e la libera circolazione di cittadini e merci sono conquiste da cui non possiamo prescindere.

È comunque necessario valorizzare l’autonomia di ogni singolo Stato membro favorendo il principio di sussidiarietà, come è stabilito anche dall’articolo 5 del Trattato dell’Unione Europea. In pratica nei settori che non sono di sua esclusiva competenza l’Unione interviene se e nella misura in cui gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri. Su questo c’è molto da lavorare per rendere tutti gli Stati in grado di autodeterminarsi per poter cooperare in armonia, ognuno con le sue specificità, sui grandi temi europei fra i quali: politica estera e sicurezza, difesa, mercato interno, economia, innovazione tecnologica, economia digitale, ambiente, agricoltura, salute e cultura.
Servono politiche comune adeguate mentre è fondamentale che l’Italia torni a rivestire in Europa quel ruolo da protagonista che ha sempre avuto anche nel passato.

Monica Baldi con Pat Cox
X