Anche il Ministro degli Affari Esteri spagnolo, Josep Borrell, ha presenziato all’inaugurazione di una mostra d’arte che, per la prima volta nella millenaria storia della Basilica di San Miniato al Monte, si tiene nella suggestiva cripta.
Infatti mai prima d’ora il “cuore” dell’abbazia benedettina che domina Firenze si era aperto per un evento artistico contemporaneo. Sabato 20 ottobre è stata inaugurata “Gernika”, evento espositivo che vede protagoniste fino al 16 dicembre prossimo le opere dell’artista basca Sofìa Gandarias (1951-2016).
Copatrocinata dall’Associazione culturale “Pinocchio di Carlo Lorenzini” e curata dalla stessa Presidente, Monica Baldi, la mostra “Gernika” (ovvero Guernica in lingua basca) arriva a Firenze – grazie al Priore dell’Abbazia di San Miniato al Monte, Padre Bernardo, e all’ex-Presidente del Parlamento europeo, Enrique Barón Crespo, responsabile del Legado Gandarias -, dopo che è stata ammirata fino alla fin dello scorso mese di giugno nella Sala delle esposizioni dell’Abbazia Benedettina di Santo Domingo de Silos, a Burgos in Spagna.
Il Trittico Guernica, che la Gandarias ha dedicato alla sua città natale ed è di proprietà del Museo della Pace della città basca, si potrà ammirare nella cripta della Basilica di San Miniato al Monte che per la prima volta apre le sue porte per una mostra di arte contemporanea rappresentante un’inedita avventura di bellezza, fede e speranza.
Come sottolinea Monica Baldi, architetto curatrice della mostra, nel testo della brochure che arricchisce l’esposizione, “la mostra è una straordinaria occasione espositiva e un progetto culturale di grande forza emotiva: sta creando un percorso ideale fra Spagna e in Italia stimolando una profonda riflessione sulla pace e sui valori, soprattutto grazie a luoghi così ricchi di straordinaria densità spirituale e culturale”.
Le tre scene molto significative dell’opera dell’artista, i cinque suggestivi bozzetti che rappresentano la violenza e la guerra vissuta attraverso il dramma dei colori, le immagini insolite delle donne e l’orologio sulla facciata della chiesa che segna il momento dell’attentato, riportano il visitatore al terribile attacco aereo che distrusse la città basca il 26 aprile 1937. Secondo le più profonde convinzioni etiche, quest’opera vuole rappresentare l’impegno diretto nelle scelte democratiche e civili. Infatti Gernika, città martire basca, è una delle immagini più rappresentative del XX secolo per la sua valenza simbolica ed è considerata “Icona di Pace”.
Il compito di critica d’arte della mostra sarà affidato a Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del disegno di Firenze che, nella suddetta brochure scrive: “Se Picasso aveva risolto la tragedia in una gamma di grigi, Gandarias fa prevalere il rosso, in netto contrasto col nero e il neutro, così da riversare nel trittico e negli altri studi una vampa di fuoco e di sangue, che è come un grido contro tutte le guerre di tutti i tempi”. Oltre al Ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell (già Presidente del Parlamento Europeo e Presidente dell’Istituto Universitario Europeo a San Domenico di Fiesole), a Padre Bernardo, a Enrique Barón Crespo, a Monica Baldi e a Cristina Acidini, presenzieranno all’inaugurazione di sabato 20 ottobre Cristina Giachi (Vicesindaco di Firenze), Cristina Narbona (Presidente Partito Socialista Spagnolo e già Ministro dell’ambiente) e la senatrice Caterina Biti.
La mostra resterà visibile fino a domenica 16 dicembre 2018 con ingresso libero e sarà visitabile tutti giorni dalle 9,30 fino alle 19,30.
L’ANNIVERSARIO DI CARLO LORENZINI
L’inaugurazione della mostra “Gernika” nella cripta della Basilica di San Miniato al Monte, precede di pochi giorni un anniversario molto importante: i 128 anni trascorsi dalla morte di Carlo Lorenzini, in arte “Collodi”, che sarà ricordato nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, attiguo alla Basilica di San Miniato, dove l’autore è sepolto.
Infatti venerdì 26 ottobre 2018, alle 12, la Presidente Baldi dà appuntamento a tutti davanti la cripta della basilica per visitare la mostra e poi, davanti alla cappella della famiglia Lorenzini, per ricordare la figura di Carlo, non solo come “babbo” di Pinocchio, ma anche come direttore di testate dove già nella seconda metà dell’Ottocento trovarono spazio articoli di critica dei metodi violenti delle guerre, con la speranza di un mondo democratico, pacifico e di dialogo tra i popoli. Infatti negli scritti di Lorenzini forte è il richiamo alla partecipazione popolare, alla morale e al valore dell’Unità d’Italia.
In tal senso la mostra “Gernika”, inaugurata appena sei giorni prima, offrirà a tutti un’occasione unica per ricordare l’importanza dei valori trasmessi anche nella fiaba più nota al mondo considerando che Pinocchio ha tutte le carte in regola per diventare il vero ambasciatore di cultura e pace.
LA MOSTRA
GERNIKA di Sofia Gandarias è una straordinaria occasione espositiva e un progetto culturale di grande forza emotiva. La mostra del Trittico, che l’artista ha dedicato alla sua città natale, nella simbolica Cripta dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, sta creando un percorso ideale fra Spagna e Italia; esposto precedentemente a Silos, stimola una profonda riflessione sulla pace e valori, specialmente, grazie a luoghi così ricchi di straordinaria densità spirituale. L’opera rappresenta, con intensa drammaticità, l’attacco aereo che distrusse la città basca il 26 aprile 1937, uccidendo vilmente soprattutto donne e bambini indifesi, come il racconto di una vita che si interrompe e contemporaneamente si fa eterna. L’artista esprime con eleganza e forza intensa dell’inconscio i tristi eventi, dipingendo tre scene molto significative che rappresentano la violenza e la guerra vissuta attraverso il dramma dei colori, insolite immagini femminili, la grande croce nera e l’orologio sulla facciata della chiesa che segna l’ora del bombardamento. La luminosità diffusa dell’ombra dei toni di rosso, perno della composizione di cui si percepiscono le angosce nelle vibrazioni della stesura cromatica densa e scura, segna la tragica scena con la testimonianza di architetture umane. Gandarias, come Picasso, dipinge nelle tele di grandi dimensioni la madre con il proprio bambino esanime in braccio e figure femminili che trasmettono il dolore di tutta l’umanità sconvolta dalle guerre che entrano con prepotenza nelle case e nelle vite civili. Questa opera vuole rappresentare, secondo le più profonde convinzioni etiche, l’impegno diretto nelle scelte democratiche e civili. Gernika, città martire basca, è una delle immagini più rappresentative del XX secolo per la sua valenza simbolica ed è considerata “Icona di Pace”.